art of carmela saedtler


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critiche/kritiken

docu

Dietro c'è il rigore della Scuola Superiore d'Arte di Augusta, in Baviera. E l'esercizio assiduo al disegno, praticato giorno dopo giorno, per anni. E i fermenti di una creatività tenuta malamente a freno, fin dall'infanzia.
Un magma tumultuoso e prepotente che guida la mano lungo imprevedibili percorsi.
Perché Carmela Saedtler è cresciuta all'insegna dell'immagine, nel di un costante bisogno di rappresentare graficamente le storie alimentate dalla sua fantasia bambina. O meglio le favole a mezza strada tra una realtà indefinita e metaforica e il mondo onirico. Una dimensione irripetibile, dove uomini e cose, natura e animali danno vita a vicende che si sviluppano lungo il filo intrigante di un racconto ai confini del surreale.
Di queste lontane esperienze sopravvive un grosso quaderno, che ho sfogliato con occhio incantanto per la straordinaria capacità di tradurre in segni situazioni estranee a qualunque oggetto di riferimento (vedi foto sotto).
La ricerca della Saedtler è maturata così per spinte interiore, del tutto estranee non solo al dato reale ma ad ogni elemento espressivo che comunque ne richiamasse la presenza. Il risultato è un singolare pianeta popolate di incisioni e tempere, senza luogo e senza tempo.
Poi, nell'87, l'approdo a Napoli e il prevedibile scossone all'impalcatura onirico-surreale della sua pittura. È la crisi. Da un lato l'aggressione della luce e dei colori, dall'altro - sempre più incerta - la sopravvivenza di un mondo interiore a circolazione chiusa.
La soluzione verrà faticosamente, imparando a coniugare il dato interiore con quello esterno, ovvero la dimensione fantastica con quella naturalistica. Di qui gli esiti di particolare raffinatezza e di intenso lirismo delle sue natura morte. Le quale - sia ben chiaro - non si pongono come la fedele rappresentazione di agrumi o di mele variamente composti, ma rivivono trasfigurati in un atmosfera di poetica suggestione. Un transfert reso possibile da quelle componenti di invenzione, memoria e cultura, che da sempre fanno diversa l'arte dalla riproduzione del vero.
Ma c'è ancora qualcosa che rende preziose queste natura morte. Ed è la particolare perizia con cui sono realizzate. Non è pittura d'istinto, ne tantomeno di rapida esecuzione, ma si riporta alla tecnica in uso nelle botteghe d'arte del nostro Rinascimento, quando ogni dipinto passava attraverso laboriose fasi: l'impianto disegnativo, anzitutto, poi la copertura ad aquerello o a tempera molto diluita e infine il passaggio finale con i colori ad olio.
Le tavolette con i limoni così vivi e palpitanti, sui fondi mossi che ne esaltano la plasicità, hanno tutte alle spalle questo processo, antico e prezioso. Al quale va aggiunto la presenza di una luce indefinibile, che è certamente la componente magica della pittura di Carmela Saedtler.

NINO D'ANTONIO, critico d'arte

..La Saedtler scongiura il mondo dell'illusione e della fantasia - senza perdere il contatto con la realtà - senza perdersi in un cosmo dei giochi dei pensieri, dove la più bizzarra idea vale più dell'arte del mestiere ed il confronto visionario con il nostro mondo...
RÜDIGER HEINZE nella AUGSBURGER ALLGEMEINE ZEITUNG, Germania 1984

…Laboriosità accoppiata con un senso sicuro per l'immaginazione metaforica, nutrito di severità e interna leggerezza nello stesso momento, portano a risultati davvero affascinanti…L'artista non teme la critica alla società, traduce ella però in meravigliosi scenari…
Feuilleton della AUGBURGER ALLGEMEINE ZEITUNG, Germania 1990

...Il candore di certi ocra, i fondali che emergono dalle fredde luminosità dei grigi, le luci diffuse e frontali che battono giallo sui limoni...non sono il ricorso tecnico alla verosimiglianza naturalistica, quanto gli elementi stessi con cui il simulacro del vero scopre a colui che guarda la sua natura fittizia d'artificio. Già qui, allora ci fermassimo all'analisi delle nature morte più piane, in codesto perturbante gioco di co-presenze tra antico e moderno, tra impianto classico e ragioni simboliche, ci sarebbero opportunità sufficienti per parlare di pittura surreale...
CORRADO MORRA, Napoli 1996

...il vero, il tangibile diventa, quindi, parte dell'irreale, del metafisico...le nature morte, che diventano baluardi del mondo di fuori inseriti nel mondo interiore della Saedtler, pittrice figurativa che, calata nel suo tempo, lo riformula e lo dipinge alla luce dei sogni e pensieri totalmente propri e originali. Le nature morte, allora, si pongono come testimoni immutabili di un tempo che rifugge se stesso per ritrovare silenzio e ordine...i lavori della Saedtler sono un inno al sogno vissuto, in cui il colore è forza palpitante e il tratto del disegno prezioso, quasi magico...e la luce, che taglia e pervade le tele, rendendo a chi guarda tutto il senso di un intero universo politico. Quello del favoloso mondo di Carmela Saedtler.
su ROMA, 27 maggio 2008

...Qui, a Napoli, complice l'intensità di una natura più viscerale, il tratto limpido della pittrice tedesca si "contamina", si arricchisce per virare verso inediti assemblaggi...natura morte testimoni silenziosi dalla notte dei tempi, sovrapposte su ambientazioni oniriche e fiabesche. Magiche visioni che sapientemente, delicatamente coniugano naturalismo e fantasy...
MELANIA GUIDA nel CORRIERE DEL MEZZOGIORNO, 27 maggio 2008

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